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creazioni di nigutindor, lavori notturni in corso, prima o poi lo farò

Come trasformare una giacca H&M in Desigual

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Un anno fa avevo visto una fantastica giacca Desigual. Allegra, colorata e scanzonata, come solo loro sanno fare un abito o una giacca.

Appena vista però mi si è accesa una lampadina…a casa ho una giacca H&M che posso recuperare: risparmiando 79,50 € la posso trasformare in una giacca Desigual!!

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Arrivata la bella stagione e Creattiva a Bergamo, ho recuperato il materiale che mi serviva e mi son messa all’opera.

La stoffa che ho utilizzato per il collo è di Dottyrose, quella che ho usato per le toppe sulle maniche è di Supercut mentre i bottoni sono di Auchtibouton. Potete fare acquisti in questi negozi anche on-line!

Spesa totale 20€

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Così ho sostituito i bottoni, aggiunto il revers sul collo e le toppe sulle maniche ed infine ho ricamato con il punto filza il contorno delle toppe e ho disegnato le tasche.

La toppa sulle maniche è davvero speciale, disegnata su misura. Crea un bel profilo sulla manica.
La metto a disposizione per i vostri re styling di giacche e maglioni!

SCARICATE DA QUI IL MODELLO DELLA TOPPA

Buon lavoro!!!!

Sono proprio contenta di avere una giacca mia, unica e irripetibile!!!!

qui parlo di me

Super Intervista a tgcom24

Anna-cuce

Ebbene si! Sono stata intervistata da Tgcom24, la testata giornalistica su Internet di Mediaset.

La rubrica si chiama Di necessità virtù ed è così presentata:

Saremo pure ingenui, ma una delle poche cose che non si possono negare sono i sogni. Così abbiamo pensato di andare alla ricerca di tutti quegli italiani che non si sono arresi alla crisi, ma hanno saputo rialzarsi e reinventarsi con successo. E ce ne sono. In molti hanno deciso di arrangiarsi trasformando i propri sogni in fonte di reddito. Di necessità virtù, appunto: è il titolo della rubrica di Tgcom24 che parla di chi, nonostante la difficile situazione economica, si è rimboccato le maniche. Se anche tu hai sfidato la crisi e ne sei uscito vincente

Dico la verità, sono capitata al momento giusto nel posto giusto: hanno aperto da poco questa nuova rubrica e hanno chiesto anche a me di raccontare la mia esperienza, di come mi sono reinventata da architetto paesaggista senza un lavoro a creativa con tanti lavori.

Ecco il link dell’intervista qui, e se non riuscite proprio a trovarla ve la posto anche qui!

Oggi vi raccontiamo la storia di Anna Marelli: architetto 39enne, specializzata al Politecnico di Milano in paesaggio, nata e cresciuta a Montevecchia (un piccolo paesino della Brianza). Dopo anni di “boom” lavorativo nel capoluogo lombardo, con la collaborazione presso grandi studi che si occupavano di progettazione ambientale, il vuoto. La crisi, via via, ha tagliato tutte le opportunità di lavoro. Così ha sperimentato la qualunque: le pulizie, la baby sitter, l’assistenza clienti e l’impiegata amministrativa…tutto senza grosse soddisfazioni.
 
Poi, nel 2012, l’illuminazione: “Ho fatto un corso di sblocco creativo – spiega a Tgcom24 – e questo evento ha dato una svolta alla mia vita”. Ora è un fiume in piena: pittura su ceramica, cucito creativo, corsi di avvicinamento alla macchina da cucire, manufatti in lana, arte dell’uncinetto, e chi più ne ha più ne metta… “Si sono succeduti una serie di eventi – ci dice felice – che mi hanno spinto a credere sempre di più che la creatività poteva essere lo strumento giusto per “guarire-migliorare-crescere”

Dai progetti ai ricami…come ci si reinventa?
“Ho provato di tutto, ho fatto le pulizie e la baby sitter, l’assistenza clienti e l’impiegata amministrativa finché nel 2010 ci ho riprovato aprendo una mia società con altri due soci con l’obiettivo di progettare e realizzare aree gioco per bambini prevalentemente per i comuni. Abbiamo lavorato bene i primi anni ma dal 2012 il tutto è andato peggiorando, così ho fatto un corso di sblocco creativo e questo evento ha dato una svolta alla mia vita”.
 
Un salto nel buio a quasi 40 anni non è facile…
“Sì, ma ho conosciuto molte persone che come me si sono trovate con meno lavoro e più tempo a disposizione e abbiamo iniziato a fare mercatini insieme. E poi creare con le mani mi aiuta ad abbassare il livello di stress, vedo realizzato subito quello che mi passa per la testa ed è gratificante soprattutto per chi come me progetta e deve aspettare mesi per vedere una realizzazione. Insomma si sono succeduti una serie di eventi che mi hanno spinto a credere sempre di più che la creatività poteva essere lo strumento giusto per “guarire-migliorare-crescere”.
 
Cosa fai esattamente?
“La mia produzione è rappresentata da pittura su ceramica con uno stile contemporaneo; realizzo borse reversibili in tessuto, pochette e bustine, mi sono inventata il “Paraspal”, una striscia di spugna con applicate delle decorazioni di tessuto da mettere sulla cintura di sicurezza per non soffrirla in estate soprattutto quando noi ragazze viaggiamo con abiti o magliette scollate. E ancora cuscini per la casa e pupazzetti per i bimbi, gioielli con l’uncinetto, o oggetti su richiesta come tovaglia con tovaglioli corredati e misure particolari al piatto in ceramica che il testimone di nozze regala agli sposi con dipinto il disegno della partecipazione, i nomi e la data del matrimonio”.
 
Hai un laboratorio o lavori da casa?
 “Lavoro da casa: ho allestito la stanza degli ospiti come un piccolo laboratorio con la macchina da cucire di mia mamma che nonostante i suoi 58 anni (la macchina da cucire, non la mamma) funziona ancora benissimo e un tavolo dove posso dipingere e tagliare i tessuti. Ho voluto dare un nome a questa avventura: ho scelto “Nigutindor” che è una parola che fa parte di un detto che recita “un nigutin d’or fa su con la carta d’argenta” tradotto significa “un niente d’oro ma impacchettato con la carta argentata”; un tipico modo di dire del dialetto milanese molto ironico per dire che spesso “basta il pensiero” e allora il pensiero diventa d’oro ed è impacchettato con la carta d’argento”.
 
Come sei riuscita a farti conoscere?
“Avevo bisogno di vendere le mie creazioni, anche in questo caso alcune coincidenze mi hanno aiutata nell’impresa, infatti Etsy, la più grande piattaforma di e-commerce al mondo destinata ai creativi che fanno cose a mano, in quel periodo era appena sbarcata in Italia e mi ha spinta ad aprire il mio negozio online etsy.com/it/shop/NigutinDor. Successivamente ho aperto un negozio alittlemarket.it/boutique/nigutindor-1050369.html anche su “A little Market”, altra piattaforma arrivata in Italia e che molto ha apprezzato il mio lavoro, tanto da dedicarmi degli spazi in copertina. Ho aperto anche un blog dove racconto quello che faccio e da questa settimana ho anche l’indirizzo ufficiale nigutindor.com. Sono presente su quasi tutti i social network con il profilo ufficiale di nigutindor perché ritengo che al giorno d’oggi queste piazze virtuali siano imprescindibili per farsi conoscere e per trarre ispirazione confrontandosi con altri creativi da tutto il mondo”.
 
Riesci a mantenerti con questa attività?
“La mia svolta è stata più “spirituale” che materiale, anche perché ancora non posso dire di guadagnare abbastanza per vivere con quello che faccio ma non è questo l’importante.Faccio un lavoro che mi piace e posso gestire il tempo come voglio. Alla fine, proprio perché il mio lavoro mi piace, mi ritrovo a lavorare anche 14 ore al giorno ma arrivo a fine giornata contenta di quello che ho fatto. E poi ho conosciuto e frequento persone creative come me che credono nella condivisione delle conoscenze e dei saperi, nell’aiuto solidale e con l’idea di diffondere un nuovo modo di fare economia ed etica e di trovare insieme un modo per allontanarsi dalle dinamiche del consumismo dove tutto si usa e si getta ma dove invece si trovano modi nuovi per stare insieme e dove la “creatività” è una medicina per lo spirito e per il corpo perché si sa che fare la maglia abbassa il battito cardiaco e rilassa la mente!”
 
Cosa servirebbe per fare il botto?
“Sicuramente la promozione ed il passaparola. Spero di essere riuscita a far passare il messaggio che dietro ad ogni prodotto fatto a mano c’è un po’ di chi lo compra (o lo commissiona) un po’ di chi lo produce e un po’ di chi lo riceve, per questo è un regalo come nessun altro”.
 
Hai investito soldi nel tuo lavoro? 
“Diciamo che gli investimenti maggiori li faccio sulla formazione, iscrivendomi a corsi nuovi ogni tanto. L’ultimo che ho fatto è su come fare la ceramica e utilizzare gli smalti. Mi piace sperimentare materiali nuovi e nuove tecniche. Imparo in fretta e mi piace l’idea di trasferire le mie conoscenze ad altri. A tal proposito mi sono inventata un “corso a domicilio” per chi vuole imparare ad usare la macchina da cucire e non sa da che parte iniziare”.
 
Idee per il futuro?
“Mi piacerebbe avere un luogo fisico dove creare, un laboratorio con tanto spazio per la ceramica, per dipingere e per cucire, ma anche e soprattutto per tenere corsi per condividere conoscenze e tecniche, coinvolgere altre creative e dare la possibilità ad altre aspiranti maker di mettere le mani in pasta senza dover sfrattare i mariti da casa o spendere molti soldi in materiali; il tutto con un angolo per un thè caldo, due biscotti e perché no, quattro chiacchiere”. 

anna rock

lavori notturni in corso

Un accessorio utile per chi crea!

nigutindor con forbice

Iniziando a creare con tessuto, ago e filo, ho scoperto che alcuni strumenti devono necessariamente essere sempre a disposizione.
Forbici e spilli per esempio!
Forbicine da ricamo ne ho un po in giro per casa, vicino alla macchina da cucire, vicino al divano per quando faccio i lavoretti la sera mentre guardo la tv con mio marito, nel cestino del ricamo che mi porto in giro.
Ho pensato peró che se trovavo il modo di portarmele sempre in giro potevo averne un paio solo!

Cosí ho pensato ad un puntaspilli collegato alle forbicine con un bel nastro, trovato alla creattiva di Bergamo, che passa dietro al collo. In questo modo si hanno sempre spilli e forbicine a portata di mano.

Vi  piacciono??
puntaspilli nigutindor puntaspilli nigutindor

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