qui parlo di me

Dal Rock’n’roll alle Coccole c’è in mezzo il personal branding

Io non faccio i lavoretti! Ora lo dico con consapevolezza e convinzione! Lo dicevo già nel 2015 ma non ne ero troppo convinta…in poco più di un’anno sono accadute tante cose!

Sono una creativa e un’artista, una crafter per dirla all’inglese, una che fa con le mani. Non lo faccio più per hobby  (anche se fiscalmente rientro ancora in questa categoria perchè ancora non vivo di quel che faccio, mannaggia, anche se l’idea è che la solfa cambi) è diventato il mio lavoro h24 e come tale ho cambiato l’approccio  al “lavoretto”.

Per fare questo passaggio da hobbista a crafter ho pensato che dovevo lavorare su me stessa, per comunicare al meglio quello che faccio ma non solo, in realtà avevo bisogno di capire quello che sono! Perchè Anna e Nigutindor sono la stessa persona/entità…hanno le stesse passioni, parlano la stessa lingua, desiderano la stessa cosa.

La cosa difficile era capire cosa! Dopo tanti anni a far l’architetto, sopravvivere tra cantieri maschilisti e file excels lunghi chilometri, dovevo ritrovare me stessa e cosa volevo comunicare al mondo!

Ho iniziato a guardarmi intorno e ho scoperto un mondo di “entrepreneur”: imprenditrici che  parlavano di come sopravvivere nel mondo dell’impresa fai-da-te ma che soprattutto condividono con me, una sconosciuta, con tutti,  le loro scoperte, tecniche, strategie, trucchetti! Il potere della condivisione! Mi sono iscritta a mille newsletter (se interessa anche a te un elenco lo trovi a questo post!) e ho iniziato a studiare: programmazione, social media marketing, personal branding!

Ed ecco che ho trovato la risposta! Per sapere chi sono, dovevo concentrarmi proprio su questo tema! Così ho acquistato l’ebook di Gioia Gottini “Tutto fa branding” (che consiglio a tutti) e ho poi deciso di fare il percorso privato con lei!

Il lavoro fatto con Gioia è stato un percorso psicologico, di conoscenza dell’Anna più nascosta. Mi ha dato gli strumenti e una strategia per capire chi sono i miei clienti. Mi ha aiutato a capire come comunicare al meglio chi sono e cosa faccio. Mi ha dato una guida da seguire sopratutto nei momenti no.

Il corso di Gioia è stato un investimento per la mia professione e professionalità ma ho scoperto che l’investimento è stato soprattutto su di me: mi sento più sicura, di me e di quello che faccio; ho entusiasmo ed energia da spendere nelle mie creazioni e nella mia vita, mi sento talmente sicura da poter consigliare ad altre persone di intraprendere il mio stesso percorso. Il primo consiglio che dò è che se anche tu vuoi uscire dal tuo sentirti “hobbista” per buttarti nel mondo imprenditoriale, prima di pensare ad aprire la pagina facebook per vendere di più, devi cambiare approccio e prima di tutto pensare a chi sei e a cosa vuoi comunicare.

Io ho capito che le mie creazioni nascono perchè mi fà stare bene fare con le mani, ma anche perchè danno gioia alle persone che mi circondano. Quasi sempre le mie creazioni fanno nascere un sorriso, dopo aver letto qualche frase motivazionale presente sulle mie ceramiche o aver visto qualche oggetto in argilla che richiama ricordi di bambino.

Ho capito che sono sempre alla ricerca dell’Anna bambina, che negli ultimi anni chissà dove è andata a finire così ogni occasione è buona per ricercarla, per sognare, per coccolarsi e coccolare.

Per me la ricerca è partita con la lettura de “La via dell’artista” di Julia Cameron e il conseguente percorso di sblocco creativo che sto condividendo con tutti i lettori di questo blog (guarda qui) e continua tutti i giorni quando dipingo la ceramica o lavoro l’argilla. La ritrovo tutte le volte che apro il forno e ammiro quel che ne viene fuori: occhi a cuore e gratitudine per il mondo intero.

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la via dell'artista, qui parlo di me

La via dell’artista: recuperiamo la protezione di se stessi

Dovrei parlarvi del decimo capitolo de “la via dell’artista” e sono in ritardo con la pubblicazione, ma questa volta ho la giustificazione!

L’ultima settimana di ottobre è stata molto impegnativa perchè ho partecipato, come organizzatrice e come espositrice a “Mostra chi sei” un evento patrocinato da A little market dove 21 creative che solitamente vendono le loro creazioni sulla piattaforma, hanno dato voce al loro lato più artistico, esponendo vere e proprie opere d’arte ispirate all’autoritratto del proprio brand.


La settimana è stata molto impegnativa perchè abbiamo organizzato anche dei workshop e laboratori durante la settimana, tutti apprezzatissimi! Potete vedere cosa è successo cercando su instagram l’hastag “mostrachisei” o cliccando qui

Questa occasione è stata per me unica, l’occasione per mettere alla prova il mio nuovo sentirmi ed essere “artista”!

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Ho subito avuto chiaro cosa realizzare: un polipo eclettico, multi-materiale, alternativo, colorato, allegro, coccoloso, divertente: l’espressione del mio essere creativo tramite Nigutindor.

L”idea dei avere un polipo attorno a me, addosso a me, come espressione del mio “se” creativo mi era già venuta in primavera, collegandomi ad un post della Giui. La fase realizzativa di quell’idea, prima di luglio, era di farmelo tatuare sul braccio destro, in contrapposizione alle regole del bushidò (le regole dei samurai giapponesi) che ho già tatuato sul braccio sinistro. L’estro creativo, l’essere eclettica e imprevedibile in contrapposizione alle regole di vita, a valori a cui credo fortemente ma che a volte mi ingabbiano in comportamenti limitanti.

A luglio, con la partenza dell’organizzazione di “mostra chi sei” ed essendo nella rosa dei partecipanti, ho subito pensato di rendere tridimensionale un concetto che al momento avevo solo voglia di disegnare sul mio braccio. img_6601

Vi presento l’amico polpo!

L’ho pensato in tre materiali diversi, quelli che solitamente uso per le mie creazioni: argilla, tessuto e ceramica bianca. L’argilla l’ho scelta rossa, come solitamente è riconosciuta nell’immaginario collettivo, e quasi senza farlo apposta ha la stessa tonalità dei miei capelli….

….o sono i miei capelli che sono diventati dello stesso colore della ceramica…aiuto…mi sto trasformando nel polpo…

img_6604Scherzetto!!!

I tessuti sono colori accesi, vivi e c’è anche l’arancione, il mio colore preferito da sempre, insieme al blu, colore complementare, e al turchese, altro colore che adoro e che ultimamente uso molto nelle mie creazioni. Le ventose sui tentacoli le ho rese con dei micro pon pon che adoro perchè danno una sensazione di morbidezza, di gioco e di coccole.

Sui tentacoli sono poi attaccate delle piccole ceramiche bianche che rappresentano le mie ceramiche dipinte a mano.img_6620

Ed eccomi qui, felice con l’autoritratto di “Nigutindor” l’amico polpo, che mi dice che l’evento “mostra chi sei” è stato bellissimo e che si è sentito al centro dell’attenzione di molte persone!

Felice perchè mi sento sicura delle mie capacità di artista, il percorso che sto concludendo con Julia Cameron sta dando i suoi frutti, come anche il percorso di Personal Branding che ho fatto con Gioia Gottini, di cui vi parlerò in modo più approfondito in un prossimo post.

Insomma che mettendosi in gioco non c’è mai da perdere ma sempre da guadagnarci, anche se costa tanta fatica emotiva, emozionale, a volte anche fisica.

Se volete parlarmi delle vostre fatiche mi trovate, insieme ad altre persone che stanno facendo il vostro stesso percorso, nel circolo sacro su facebook

L’idea del polipo tatuato sul braccio non è svanita…prima o poi arriverà, mancano solo i soldini per realizzarlo!

Un abbraccio

la via dell'artista

Lavorodipendenza anche voi?

Il capitolo dieci de “La via dell’artista” di Julia Cameron è stato davvero illuminante.

Sapevo già di avere problemi col “lavoro”: non riesco a staccare, mi perdo occasioni di socializzazione, lavoro 15 ore al giorno e a fine giornata mi sembra di non aver fatto nulla quindi l’ansia da prestazione lavorativa aumenta sempre. Quello che Gioia Gottini chiama Self-care per me è sempre difficile da mettere in pratica.

E anche Julia Cameron fa notare che ogni artista ha uno o due modi per bloccare la propria creatività: solitamente si parla di cibo, droga, alcool, pene d’amore, sesso o lavoro. Ecco la mia scusa per bloccarmi è decisamente il lavoro! La vostra?

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Anche se io lavoro in ambito creativo mi accorgo che ci sono tante attività collaterali che mi portano via tempo dalla mia attività creativa, che dovrebbe essere intesa come un gioco. La promozione e l’uso dei social mi fanno perdere tantissimo tempo, anche se con la programmazione dovrei risolvere un po’ il problema, ancora non è risolto del tutto!

In un libro letto recentemente “Gioca” l’autore Stuart Brown spiegava, dopo anni di ricerche scientifiche, che se un lavoro viene percepito come un gioco, la qualità della vita aumenta notevolmente: il gioco non è da intendere come il contrario del lavoro ma come l’antagonista alla depressione! Gioco e lavoro possono coesistere nella stessa attività e quando capita: bingo!!!!

Il mio gioco-lavoro è fare l’argilla e dipingere a mano, usare la macchina da cucire, ricamare, insomma….produrre con le mani e insegnare le cose che so a persone desiderose d’imparare.

Quando invece mi trovo a passare ore davanti al computer, mi accorgo che mi imbruttisco! Ma purtroppo parte del mio “lavoro” è anche comunicare quello che faccio, fare preventivi, studiare.

Qual’è il vostro gioco-lavoro? E che strategie adottate per staccare e prendervi una pausa? Me le raccontate nel circolo sacro? È aperto a tutti quelli che vogliono condividere le proprie esperienze su questo viaggio meraviglioso che è la scoperta del proprio artista!

Respirare e guardare il cielo…adesso pubblico e vado a farmi una passeggiata, oggi il sole è ancora caldo e ne approfitto.